BASILICA DI SANTA CROCE

Interno

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Durata file audio: 2:33
Italiano Lingua: Italiano
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Il grandioso interno della Basilica è diviso in tre navate da 16 magnifiche colonne in marmo. In corrispondenza della cupola le colonne sono accoppiate per reggere meglio il peso. Se osservi i capitelli delle colonne sembrano fiorire ma, guardando bene, vedrai spuntare la testa di un apostolo.

Dopo la caotica facciata, qui percepisci un senso di calma e purezza. Lo spazio è ampio e splendente, inondato dalla luce che si irradia dal rosone o che piove dalla lanterna della cupola, e che simboleggia l’irrompere dello splendore divino. Grazie a questa luce la chiesa appare accogliente e questa bellezza è esaltata dal magnifico soffitto a cassettoni che sembra magicamente sospeso, con gli elementi dorati che brillano come stelle. Al centro del soffitto vedi la tela con la Trinità di Giovanni Grassi, affiancata dagli stemmi dell’ordine dei Celestini, cui apparteneva la chiesa.

L’architetto, Gabriele Riccardi, lo stesso che ha costruito la parte inferiore della facciata, ha voluto rappresentare il contrasto tra il mondo esterno, caotico, e quello purificato dalla luce della fede.

L’altare centrale è del settecento e proviene dalla chiesa dei Santi Niccolò e Paolo. I due altari laterali invece sono originali. A sinistra vedi quello dedicato a San Francesco da Paola capolavoro di Francesco Antonio Zimbalo del 1614, dove le colonne, ornate da una minuziosa decorazione floreale, racchiudono dodici pannelli con scene della vita del Santo. L’altare viene da molti considerato la massima espressione della scultura leccese. Sulla destra c’è invece l’altare di Santa Croce, opera dello scultore Cesare Penna, lo stesso del rosone.

Come puoi vedere lungo le navate laterali si aprono sette profonde cappelle per lato, al cui interno si trovano altri splendidi altari riccamente decorati. Complessivamente la chiesa accoglie ben sedici altari barocchi.

 

Curiosità: se guardi dietro l’angolo destro della facciata della chiesa potrai vedere che è conclusa da una sorta di pilastro che sembra inglobare una colonna. È una caratteristica dell’architettura leccese che, secondo alcuni studiosi, simboleggia la Chiesa, cioè il pilastro quadrato, che ingloba il mondo pagano, ovvero la colonna liscia al suo interno.

 

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