CASTELLO DI CARLO V, Castello Di Carlo V

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Durata file audio: 2.24
Italiano Lingua: Italiano

Il Castello fu costruito a partire dal 1537 per l’imperatore Carlo V, dall’esperto ingegnere militare napoletano Gian Giacomo dell'Acaya, insieme alle grandiose mura oggi in parte scomparse. La struttura, concepita secondo i più moderni dettami della tecnica militare dell’epoca, inglobò un precedente castello duecentesco, di cui puoi ancora riconoscere il poderoso Mastio quadrato, cioè la torre principale.

Intorno al castello correva il fossato, chiuso nell’Ottocento; l’accesso avveniva attraverso due porte, munite di ponti levatoi. Le mura sono fornite di cannoniere per piazzare le artiglierie, e rinforzate da quattro minacciosi bastioni a punta di lancia agli angoli.

Quando si trattava di costruire i suoi castelli, Carlo V non si fermava di fronte a nulla: qui si trovavano infatti il Convento dei Celestini e la chiesa di Santa Croce, che furono completamente demoliti per essere ricostruiti all’interno delle mura dove li puoi vedere ancora oggi.

I colossali e costosissimi lavori, che durarono 24 anni, furono necessari per difendere la città dal pericolo degli attacchi dei turchi.

Ironia della sorte, il grande ingegnere Gian Giacomo dell'Acaya, che aveva realizzato le più importanti fortificazioni della Puglia, vi tornò in veste di prigioniero nel 1570, arrestato perché aveva garantito un debitore insolvente. Spogliato di tutti i suoi averi fu gettato nelle cupe prigioni che aveva costruito qualche decennio prima e morì nello stesso anno.

Il castello non aveva solo funzioni difensive, infatti nel ‘700 una delle sue stanze era adibita a teatro. Puoi visitarlo e rimarrai incantato dai delicati ornamenti degli interni, soprattutto i capitelli delle colonne e la grande sala affrescata, arricchita da imponenti vetrate colorate.

Nel castello è stato recentemente aperto il suggestivo Museo della cartapesta, tipica dell’artigianato leccese, che ti consiglio assolutamente.

Ti saluto con una curiosità: una leggenda narra che i conti di Lecce Orsini Del Balzo ai primi del ‘400, tenessero nel fossato un orso bianco, probabilmente più come curiosità da esibire che per scoraggiare eventuali aggressori.

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