Il Duomo di Monreale, una delle maggiori creazioni dell’arte medievale in Sicilia, fu voluto nel 1172 dal giovanissimo re normanno Guglielmo II. Il sovrano, appena asceso al trono, voleva costruire un complesso di edifici che superasse per magnificenza tutti quelli già esistenti. Nei suoi ambiziosi piani, l’opera costituiva il simbolo del suo potere e doveva essere ancor più bella della cattedrale che l’arcivescovo Gualtiero Offamilio stava costruendo a Palermo.
Nel 1183 la maggior parte dei lavori era terminata e comprendeva la chiesa, con lo straordinario chiostro, e il palazzo reale, oggi praticamente scomparso, mentre verso la metà del Cinquecento fu aggiunto l’elegante portico sul lato sinistro.
Purtroppo nel 1811 un violento incendio provocò gravi danni, in seguito ai quali iniziarono dei lavori di restauro e manutenzione, che non si sono praticamente mai interrotti.
Ora ammira la facciata chiusa tra le due possenti torri, di cui quella di sinistra incompiuta, che le conferiscono un aspetto quasi militare. Il grande portico anteriore in stile neoclassico, decisamente stonato rispetto al contesto, fu costruito nel 1770 da Ignazio Marabitti, mentre la parte superiore della facciata, con gli eleganti disegni di archi incrociati, è di epoca normanna.
Osserva con attenzione i battenti bronzei del portale maggiore, sono un capolavoro dello scultore Bonanno Pisano, che li eseguì a Pisa nel 1185, per poi essere trasportati via mare a Palermo. La lettura dei 42 riquadri che lo decorano parte dall’angolo in basso a sinistra: narrano la storia dell’uomo partendo dalla Creazione di Adamo e concludendosi con Maria in Gloria che celebra l’avvenuta salvezza grazie al riscatto del peccato originario di Eva. Bonanno sintetizza gli elementi di ogni episodio con essenzialità, accompagnata da accenti poetici di grande freschezza creativa. L’elaboratissimo portale, con cornici ricche di inserti a mosaico e motivi vegetali, è un eccellente pezzo di scultura romanica.
Curiosità: gli episodi rappresentati sul portale sono accompagnati da brevi didascalie in latino, ma se osservi quello riguardante Caino e Abele leggerai: Caim uccise frate suo Abel, una delle prime scritte della nascente lingua italiana.