POLO REALE

Biblioteca Reale Autoritratto Leonardo

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Durata file audio: 2:22
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Probabilmente è il selfie più famoso della storia dell’arte, e lo avrai visto chissà quante volte, riprodotto in mille modi e su ogni materiale possibile: un volto severo, dall’ampia fronte stempiata, le ciglia folte e aggrottate e una lunga barba fluente, quasi da profeta biblico. È l’Autoritratto di Leonardo da Vinci, che è senz’altro il pezzo forte della Biblioteca Reale.

L’autoritratto è realizzato con la tecnica chiamata “sanguigna”, e dovrebbe risalire all’incirca al 1515, quando Leonardo aveva 63 anni. Probabilmente lo disegnò dopo essersi trasferito ad Amboise, al servizio del re di Francia Francesco I. Alcuni studiosi ritengono che l’opera sia stata fatta molto prima, e quindi non credono che l’uomo anziano raffigurato sia proprio Leonardo: ma non c’è dubbio che questo disegno corrisponde alle fattezze tradizionalmente date all’artista dai suoi contemporanei, come Raffaello.

Alla sua morte, avvenuta nel 1519, Leonardo lasciò i manoscritti e tutti i suoi disegni e appunti all’amico e allievo Francesco Melzi, che li riportò in Italia nella sua villa a Vaprio d’Adda, vicino a Bergamo. Purtroppo però gli eredi di Melzi rimaneggiarono e dispersero la straordinaria collezione: alcuni disegni furono rilegati insieme per formare i famosi “codici” di Leonardo da Vinci.

Si hanno di nuovo notizie dell’Autoritratto solo agli inizi dell’800 a Milano, quando viene copiato e riprodotto in un’incisione per un libro. Ma la storia è abbastanza misteriosa: il disegno scompare nuovamente per ricomparire trent’anni dopo in possesso di un collezionista piemontese, che diceva di averlo comprato in Inghilterra o in Francia. È grazie a questo collezionista che oggi il disegno di Leonardo è a Torino: infatti fu acquistato da Carlo Alberto di Savoia assieme a molti altri disegni di grandi artisti, e dalle collezioni sabaude è poi finito proprio qui, alla Biblioteca Reale.

 

CURIOSITÀ: Se per caso ti chiedi cosa sia questa “sanguigna”, stai tranquillo: non ha niente di macabro o violento: è solo un disegno fatto con una matita a base di ferro. I segni che traccia sulla carta hanno un colore rossastro che ricorda proprio il sangue!

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