VENARIA REALE, Introduzione

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Durata file audio: 2.35
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano

Venaria Reale è un palazzo da fiaba alle porte di Torino.

Sapevi che alcuni dei castelli e delle regge del territorio intorno a Torino sono stati inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO? Tra questi spicca proprio la Reggia di Venaria Reale, che dopo una lunga decadenza è stata meravigliosamente restaurata e oggi attira centinaia di migliaia di visitatori. Spettacolare residenza barocca e sede di importanti mostre d’arte, sarà oggi per te una sosta piacevolissima appena fuori dal centro della città. Come ti dicevo, intorno alla città di Torino sorgono molti castelli e regge: questa “corona di delizie” è legata alla storia dei Savoia e all’affermarsi di Torino come capitale di livello europeo. Infatti il territorio piemontese, a partire dal ’400, faceva parte del Ducato di Savoia.

Ma devi sapere che questo stato autonomo era conteso tra varie potenze, e così verso la metà del ’500 il condottiero Emanuele Filiberto I capì che l’unica possibilità di sopravvivenza per il ducato era l’unificazione politico-militare ed economica dei tanti feudi distribuiti sulla pianura piemontese e sui valichi delle montagne tra Italia e Francia. Perciò trasferì la capitale sul versante piemontese delle Alpi, da Chambéry a Torino, e per mantenere un potere centralizzato in tutto il territorio organizzò un sistema di regge nella cintura verde intorno a Torino. Alcune le fece costruire dal nulla ma fece anche riparare gli antichi castelli, che risalivano al medioevo e perfino all’epoca romana. Questa rete di residenze voleva naturalmente sottolineare l’importanza della nuova capitale, dal punto di vista politico e amministrativo, ma anche culturale.

Inoltre Emanuele Filiberto I fece risistemare le strade, e già che c’era anche le rotte di caccia, dato che la caccia era il passatempo preferito di casa Savoia. Venaria era proprio uno dei punti di partenza per le battute di caccia del re e della corte, e infatti molti dei suoi stucchi, statue e dipinti sono sul tema della caccia e della selvaggina.

 

CURIOSITÀ: Per darti un’idea di che tipo determinato fosse questo Emanuele Filiberto, ti basti sapere che fu soprannominato “Testa ’d Fer”, che in piemontese vuol dire… testa di ferro!

 

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