FACCIATE PALAZZO DUCALE

2.39

Tra piccioni, gruppi di turisti, chioschetti e attrezzature per l’acqua alta, cercati una buona posizione per ammirare il Palazzo. Il lungo edificio squadrato ha due facciate uguali divise in tre fasce sovrapposte. Man mano che guardi verso l’alto, il Palazzo sembra perdere peso, in un gioco di ombre, luci e colori che viene esaltato dal mutare delle condizioni atmosferiche e dal riflesso delle acque.

Il piano terreno è costituito da un porticato di 36 colonne, con i capitelli scolpiti che sostengono le arcate.

Al di sopra si apre una leggera loggia gotica: con ritmo quasi musicale, ti accorgi che gli archi si susseguono in numero doppio rispetto al porticato sottostante. Nota anche le aperture circolari a quattro “petali” nell’estremità superiore del traforo.

Ammira infine nella parte superiore del palazzo la superficie alta e liscia ravvivata da una decorazione bicolore a rombi di pietra bianca d’Istria e marmo rosa di Verona. In cima, invece della merlatura che corona di solito gli edifici militari, puoi notare una decorazione bizzarra, tutta guglie e pinnacoli.

Sulle due facciate si aprono grandi balconi con gruppi di sculture. Se guardi il piano superiore della facciata verso il molo, noterai due finestre a tre archi, dette trifore, che ne costituiscono la parte più antica.

Nell’architettura puoi vedere importanti sculture gotiche e rinascimentali. Passeggiando lungo il porticato puoi divertirti a osservare i capitelli trecenteschi, con scene di vario tipo. I grandi gruppi sugli angoli raffigurano personaggi biblici per ricordare le funzioni dell’amministrazione cittadina: verso la Porta della Carta trovi “La Giustizia di Salomone” con l’Arcangelo Gabriele (simbolo della pace); tra la Piazzetta e il Molo hai il “Peccato di Adamo ed Eva” con l’Arcangelo Michele con la spada sguainata (simbolo della giustizia); sul lato del ponte della Paglia vedi “L’ebbrezza di Noè” con l’Arcangelo Raffaele (simbolo del commercio).

 

CURIOSITÀ: Sul lato di riva degli Schiavoni il palazzo è collegato al trecentesco Ponte della Paglia, largo e basso. Sai perché si chiama così? perché serviva a rifornire di paglia e nutrimento per il bestiame delle scuderie del Palazzo: infatti anche a Venezia c’erano dei cavalli, ma erano pochi e riservati ai più importanti personaggi della Repubblica!

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