Il Duomo di Verona è un grande e magnifico edificio tutto da scoprire!
Dedicata a Santa Maria Matricolare, la cattedrale di Verona è stata consacrata nell’anno 1187, sui resti di edifici più antichi, ed è stata più volte ritoccata ed ampliata negli anni a seguire.
Visitarla è come sfogliare un libro di storia dell’architettura, dove puoi riconoscere le parti romaniche, gotiche e rinascimentali, in una suggestiva, continua sovrapposizione.
La varietà dei materiali, fra cui spicca l’uso del tipico marmo rosso delle cave dei monti vicini, produce un effetto di vivacità.
Ne è già un esempio la facciata: la parte centrale, con uno splendido portale a doppia arcata sovrapposta, è una magnifica opera romanica del XII secolo, ricca di bassorilievi. Le finestre sui lati, snelle e strette, sono gotiche, mentre la parte alta è stata aggiunta alla fine del Cinquecento.
Un altro bel portale romanico lo trovi sul fianco destro.
Ora metti in pausa e riavvia all’interno:
L’interno, con alte volte sorrette da pilastri, presenta l’aspetto slanciato dell’architettura gotica del ‘400.
All’inizio del ‘500 il pittore e architetto Giovanni Maria Falconetto ha dato un armonioso aspetto rinascimentale alle cappelle laterali, inquadrandole dentro finte architetture dipinte.
Gli altari laterali presentano opere di diversi pittori veronesi del Quattro e Cinquecento; prestigioso è il dipinto con l’Assunzione della Madonna dipinta da Tiziano. Nella stessa cappella si trova la bella tomba rinascimentale di un vescovo, progettata e scolpita da Jacopo Sansovino.
In fondo alla navata centrale risalta un elemento architettonico vistoso e insolito: un recinto semicircolare a colonne, disegnato da Michele Sammicheli nel 1534, che circonda la parte più sacra della cattedrale.
Sul fondo, intorno all’altar maggiore, troverai affreschi su disegni di Giulio Romano.
Curiosità: Sul retro del Duomo si trova un alto, bianco campanile, che spicca ben riconoscibile in tutti i panorami di Verona. La parte bassa è romanica, ma la maggior parte del fusto è opera cinquecentesca di Sammicheli. La parte alta, un po’ fredda, risale invece ad un completamento del 1926.