Il Museo Statale di Storia, il quinto museo più grande al mondo, ti accompagna alla scoperta delle vicende storiche che hanno interessato le popolazioni che abitarono l’immenso territorio russo dall’era paleolitica alla fine del ‘900.
All’interno delle sale, alcune delle quali magnificamente decorate da stucchi e affreschi, allestite per ospitare i diversi periodi storici con suggestive riproduzioni di ambienti o decorazioni tipici dell’epoca, trovi esposti reperti archeologici, monete, testi antichi, armi, gioielli, oltre a preziose opere d’arte, icone, mobili e abiti, alcuni dei quali appartenuti agli zar.
Devi sapere che il luogo dove sorge attualmente il museo era precedentemente occupato dal Palazzo della Farmacia, fatto costruire da Pietro il Grande, che già raccoglieva collezioni imperiali di antichità.
Ma nel 1872 un gruppo di intellettuali russi promosse la nascita di un vero e proprio museo dedicato alla storia della nazione. La prima pietra fu posata nell’agosto del 1875 dall’imperatore Alessandro II e il museo venne aperto al pubblico nel 1883, durante le celebrazioni per l’incoronazione di Alessandro III.
Il meraviglioso palazzo, che fu costruito secondo lo stile neo-russo su progetto dell’architetto Vladimir Sherwood e dell’ingegnere Anatoly Semenov, stupisce i visitatori con pinnacoli, cornicioni dentellati e finestre ad arco. Le sue mura in mattoni rossi e la sua architettura riflettono l’aspetto delle mura del Cremlino.
La visita del museo, suddiviso su due piani, inizia da una grande sala decorata con il complesso albero genealogico di tutti i sovrani russi e prosegue con 21 stanze che illustrano la storia dal periodo paleolitico alla formazione di uno stato russo vero e proprio, con un governo centralizzato. Al piano superiore invece, altre 14 sale ospitano reperti legati al periodo che va dal ‘700 al ‘900. Pensa che il museo ha una collezione di quasi 5 milioni di reperti, di cui solo 20.000 esposti!!
Curiosità: Devi sapere che durante il periodo sovietico, nel 1937, le pitture murali interne furono dichiarate di cattivo gusto e fu stabilito di distruggerle. Fortunatamente il capomastro dell’impresa di demolizione decise intelligentemente di nasconderle sotto uno strato di calce e intonaco e così furono riportate alla luce quando il museo venne restaurato, tra il 1986 e il 1997.