Edouard Manet, nato a Parigi da una ricca e influente famiglia borghese, è uno dei massimi esponenti della pittura francese.
A torto spesso associato agli impressionisti, con i quali era comunque amico, specie di Monet, e che ammirava, Manet si colloca invece nella tradizione realista, sebbene mutuata da influenze romantiche e moderniste.
Ammiratore del naturalismo francese di Flaubert e soprattutto di Zola, Manet prediligeva ritrarre la quotidianità e l’ambiente borghese in cui viveva ricercando l’obiettività e mettendo in luce i cambiamenti sociali.
La pittura di Manet, che aveva la sola colpa di non essere ipocrita, venne difesa solo da Zola e Baudelaire e finì per imporsi come grandissima solo dopo la sua morte.
Curiosità: Manet dipingeva solo ciò che vedeva, per rispetto alla realtà, e quando decise di ispirarsi a un fatto storico come la fucilazione dell’imperatore Massimiliano del Messico, si recò per settimane tutti i giorni al porto di Parigi sulla Senna sicuro che prima o poi sarebbero arrivate in Francia delle fotografie dell’accaduto e non cominciò l’opera prima di riuscire a procurarsele.