MUSEO DEL LOUVRE

Pierrot Gilles Watteau Pierrot Ala Richelieu Sala 35

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Durata file audio: 2:58
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Il capolavoro di Antoine Watteau che stai ammirando, detto Pierrot o Gilles, è il simbolo della nuova stagione artistica e culturale francese che intercorre tra la fine della lunghissima monarchia assoluta di Luigi XIV e la salita al trono di Luigi XV con l’affermarsi del gusto sottilmente erotico prediletto da Madame de Pompadour.

Sono gli anni disincantati ed eleganti della Reggenza, tra il 1715 e il 1723.  Sotto l’apparenza di temi "leggeri” avverti un senso di nostalgia, una malinconia profonda che s'infiltra anche nelle scene apparentemente più svagate.

Grande amante del teatro, Watteau conosce le regole del mascheramento, della finzione, del rapporto fra gesti, espressioni ed emozioni: per questo, il mondo delle maschere della Commedia dell'Arte diventa il palcoscenico delle inquietudini, delle ambiguità, di quel senso di precarietà che la pomposità e la magnificenza dell'epoca di Luigi XIV avevano cercato di cancellare.

Questo Pierrot è uno dei dipinti più grandi di Watteau e uno dei pochissimi in cui le figure sono quasi a grandezza naturale. Il soggetto è una delle maschere più famose della Commedia dell’Arte, così come veniva messa in scena nell’amatissimo Théâtre des Italiens, il teatro dei commedianti italiani. Insieme al personaggio principale, sono identificabili altri quattro commedianti: Cassandro sull’asino a sinistra, la coppia dei fidanzati Leandro e Isabella e infine, all’estrema destra, l’elegantone che, sotto varie forme, perseguita il povero Pierrot.

La dimensione eccezionale del quadro e la stesura pittorica più netta e definita rispetto alle abitudini di Watteau ha fatto supporre che la tela fosse anche utilizzata come cartellone teatrale. È senz’altro un’opera relativamente tarda, eseguita probabilmente quando Watteau era già minato dal male che l’avrebbe portato a morire molto precocemente nel 1721, a soli trentasette anni.

Nel 1804, nonostante il parere contrario del pittore Jacques Louis David, la tela fu acquistata dal barone Vivant-Denon per una cifra molto bassa da un mercante d’arte parigino che la usava come insegna della sua galleria. Il barone tenne l’opera nella propria collezione, senza destinarla al Louvre, ma nel giro di pochi decenni la quotazione del dipinto salì vertiginosamente: alcuni collezionisti inglesi si spinsero a offrire mille volte il prezzo d’acquisto iniziale! Fu quindi infine donato al Louvre nel 1869.

 

CURIOSITÀ: Recentemente uno specialista spagnolo ha avanzato l’ipotesi che Watteau non sia morto di tubercolosi come si è sempre creduto, ma avvelenato dalla Biacca, la sostanza impiegata per il colore bianco in questo e altri quadri!

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