MUSEO DEL LOUVRE

Zattera Medusa Ala Denon Sala 77

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Durata file audio: 2:45
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Sei davanti alla La zattera della Medusa di Théodore Géricault protagonista dell’arte europea dei primi decenni dell’800.

Nato a Rouen sul finire del ’700, verso i venticinque anni, fa un viaggio in Italia che facendogli scoprire Caravaggio e Michelangelo lo spinge ad esprimere emozioni e passioni con una forza nuova, quasi brutale, rifiutando l’armonia equilibrata dello stile accademico. Anche la sua vita privata è irrequieta e anticonformista: a 23 anni s’innamora perdutamente di sua zia, che quattro anni dopo gli darà un figlio.

Nello stesso periodo nasce La zattera della Medusa, portata a termine nel 1819. Il quadro ha dimensioni monumentali e pur con i dovuti riferimenti classici, ti travolge per il crudo realismo del soggetto e lo stile impetuoso e incalzante, ben lontano dai canoni accademici. Vi è raffigurato un fatto di cronaca avvenuto nel 1816, quando la fregata “Medusa” era naufragata nell’Atlantico, sulla rotta tra la Francia e il Senegal. 149 naufraghi riuscirono a salire su una zattera sulla quale vagarono alla deriva per tredici giorni. Quando finalmente vennero avvistati e tratti in salvo, solo dodici naufraghi erano ancora vivi.

Géricault sceglie di raccontarti il momento drammatico in cui i naufraghi scorgono una nave all’orizzonte e cercano disperatamente di attirarne l’attenzione.

Poco dopo aver esposto con grande successo il suo capolavoro, il pittore, sempre passionale e spericolato, cadde diverse volte da cavallo fino a procurarsi un’infezione alla schiena e una lesione al midollo spinale che lo portarono alla morte, a soli trentatré anni. Ma la sua opera drammatica, dinamica e ansiosa influì profondamente su un’intera generazione di artisti, a cominciare dall’amico Delacroix, di cui ti parlerò nel prossimo file, che posò anche come uno dei naufraghi della Medusa.

La sorte dei naufraghi della Medusa allude anche alla situazione politica e militare in cui la Francia era precipitata dopo la caduta di Napoleone. Nel quadro, eseguito poco dopo la disfatta di Waterloo, fu subito riconosciuto il simbolo della Francia sconfitta e alla deriva: anche per questo il capolavoro suscitò una fortissima emozione.

 

CURIOSITÀ: Per dipingere in modo realistico i corpi straziati dei naufraghi morti o moribondi Géricault eseguiva studi dal vero in un ospedale senza arretrare davanti ai dettagli più macabri. Si fece perfino costruire una zattera, e la sperimentò per capire che cosa si provava a ritrovarsi in balia delle onde.

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