Durata file audio: 2.46
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano

La “vera” Sainte-Chapelle non è al piano terreno, ma è la meraviglia che ti aspetta al piano superiore, un tempo riservato alla corte regale e a pochi altri privilegiati.

L’architetto Pierre de Montreuil, a cui è attribuito con ragionevole certezza il progetto, ebbe la geniale idea di inserire nelle murature rinforzi metallici che hanno permesso di assottigliare i muri rendendoli simili a una cornice sottile ed elegante intorno alle finestre dalle vetrate multicolori. L’edificio perde così la sua consistenza, e ti appare come una pura architettura di luce, trasparente e immateriale.

Ma adesso è il momento di immergerti nella contemplazione degli oltre 1100 riquadri di vetrate che dipingono lo spazio interno di mille colori da fiaba. I temi delle vetrate sono gli episodi dell’Antico Testamento, incentrati soprattutto sui re dell’antico Israele, in modo da prefigurare e legittimare religiosamente il sacro trono della monarchia francese. Anche le statue dei re della Bibbia scolpite nella cattedrale di Notre-Dame si rifanno alla stessa logica simbolica. Nella prima finestra a destra puoi seguire la storia delle reliquie conservate nella cappella.

La luce entra anche dal grande rosone, la finestra circolare sulla facciata, le cui vetrate quattrocentesche hanno come soggetto l’Apocalisse.

Durante la Rivoluzione Francese la cappella fu devastata e le reliquie furono disperse, e purtroppo devi tenere presente che i necessari restauri ottocenteschi hanno in parte alterato l’aspetto originario della cappella. Per esempio, solo sei delle statue degli Apostoli addossate ai pilastri sono quattrocentesche, le altre sei sono dell’800. Le due profonde nicchie che vedi ai lati dell’altare erano le tribune riservate alla famiglia reale. Il baldacchino che un tempo conteneva le reliquie della Terrasanta è una copia di quello originale, distrutto durante la Rivoluzione. Circa il 60% delle vetrate della Sainte-Chapelle risale al ‘200; le restanti parti sono state nel corso del tempo aggiunte o sostituite in varie campagne di restauro, ma almeno in questo l’effetto generale è di assoluta armonia e integrità.

 

CURIOSITÀ: Come puoi immaginare, dopo la Rivoluzione la Sainte-Chapelle era in uno stato pietoso. Per fortuna, nel 1831, Victor Hugo pubblicò Notre-Dame de Paris e il suo clamoroso successo riportò in auge lo stile medievale e ne affrettò il restauro. Insomma, un romanzo ha salvato il monumento!

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