CASTEL SANT'ANGELO

Ponte

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Durata file audio: 2:26
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Fu sempre l’imperatore romano Adriano che nel 133 dopo Cristo volle costruire davanti alla sua tomba monumentale un ponte, del quale puoi ancora riconoscere le tre arcate originarie, quelle centrali. Sempre sul ponte, milleduecento anni dopo, dalla parte opposta del castello, il papa Clemente VII fece collocare le statue dei santi Pietro e Paolo. Inizia così la fortuna del ponte sant’Angelo, destinato a diventare una galleria di scultura a cielo aperto, una sfilata di meravigliose statue barocche sospese sopra il corso del fiume.

Se scendi ad osservare il ponte dal basso puoi riconoscere ancora la struttura originaria: le arcate alle estremità furono invece rinnovate nella seconda metà del ’600 e poi ulteriormente ritoccate a fine ’800 durante la risistemazione degli argini del Tevere. Sempre nella seconda metà del ’600, quando tutto il ponte fu ristrutturato con l’aggiunta di nuove arcate e moderne spallette, si decise di decorarlo ulteriormente con dieci statue di angeli. Affidati all’ormai anziano Gian Lorenzo Bernini e a un selezionato manipolo di collaboratori, gli angeli sul ponte sorreggono simboli della Passione di Cristo.

Oltre ad eseguire tutto il progetto imponendo il proprio inconfondibile stile, Bernini scolpì personalmente due angeli, ben presto sostituiti con copie, mentre gli originali puoi ammirarli nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.

Le dieci statue formano una specie di “mostra collettiva” degli scultori attivi a Roma a fine ‘600.

Adesso, se sei sul ponte, ti suggerisco di approfittarne per osservare, sul poderoso corpo fortificato del Castello, la Loggia di Giulio II, che riconosci dalle sue esili ed eleganti colonne in marmo. Fu costruita ai primi del ‘500, in sostituzione di un antico balcone scoperto che si affacciava sul Tevere. Al di sotto puoi scorgere un gigantesco stemma che ricorda la conclusione dei lavori voluti da Alessandro VI.

 

CURIOSITÀ: Il ponte è legato alla memoria di Beatrice Cenci, che apparteneva a una delle più nobili e ricche famiglie di Roma, e che a 22 anni fu condannata alla decapitazione per avere ucciso il proprio padre, uomo violento e perverso. Si dice che da allora, la notte fra il 10 e l’11 settembre, la giovane nobildonna appaia su Ponte Sant’Angelo, percorrendolo in silenzio e tenendo la propria testa fra le mani.

 

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