Sei finalmente arrivato alla spianata che si apre davanti alla facciata della basilica di San Giovanni. Per le sue dimensioni, è spesso utilizzata per eventi popolari, fra cui il famoso “concertone” del primo maggio, festa dei lavoratori. La facciata a portico, coronata da quindici grandi statue di santi, è una delle parti meno antiche della basilica, e risale alla prima metà del ’700.
L’interno, reso maestoso dalla luce diffusa, dal soffitto ligneo e dalle grandiose statue barocche di apostoli, ha perso l’aspetto paleocristiano e quasi tutte le decorazioni medievali e quattrocentesche. Infatti in occasione del Giubileo del 1650 fu interamente rinnovato per volere di papa Innocenzo X. Se ne occupò il geniale architetto Francesco Borromini, storico rivale di Bernini, che mantenne la divisione originaria in cinque navate.
Sul terzo pilastro della navata destra ti segnalo un frammento di affresco, attribuito a Giotto, in cui papa Bonifacio VIII benedice i fedeli, affiancato da due prelati. Secondo alcuni studiosi, potrebbe raffigurare l’avvio del Giubileo dell’anno 1300. Infatti fu proprio Bonifacio VIII a proclamare il primo Anno Santo della storia, che richiamò a Roma una folla impressionante di pellegrini, come ricorda anche Dante nella Divina Commedia.
Lo vedi l’alto tabernacolo sull’altare maggiore? Custodisce le reliquie delle teste dei santi Pietro e Paolo! …E non perderti poi, sul fondo, il bel mosaico della fine del ‘200.
Prima di uscire dalla chiesa, però, devi assolutamente andare a visitare il meraviglioso Chiostro duecentesco. È il più grande chiostro medievale di Roma (i lati misurano 36 metri), ed è un capolavoro di marmi delicatamente scolpiti e ornati con motivi a mosaico. Le colonnine tra gli archi sono accoppiate ma quasi mai “gemelle”, bensì sempre diverse per forma e decorazioni.
CURIOSITÀ: Nella notte di San Giovanni, i romani si radunavano in piazza San Giovanni per mangiare le lumache, conformemente al detto “tante lumache, tante corna per le streghe”. Sempre contro le streghe, prima di uscire di casa, rovesciavano del sale grosso sulla soglia, vicino a una scopa di saggina.