Durata file audio: 2.38
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano

In fondo al Duomo di Torino due scalinate di marmo nero ti portano alla cappella che conserva una delle più importanti e controverse reliquie della cristianità.

La Sacra Sindone è un lenzuolo di lino lungo circa quattro metri e mezzo, che secondo la tradizione cristiana fu usato per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. Sul lenzuolo è impressa due volte, di fronte e di schiena, l'immagine del corpo di un uomo nudo, con segni di torture, fra cui tracce della morte per crocifissione. Sul tessuto, che di solito viene conservato ripiegato, sono visibili le tracce di un incendio che ebbe luogo nella prima metà del ‘500, dopo il quale la parte centrale è stata rattoppata. La sindone viene esposta solo in occasioni molto solenni, e per vederla si formano lunghissime file di pellegrini e devoti. In Duomo ne puoi comunque vedere un’accurata riproduzione.

La discussione scientifica sull’autenticità della Sindone divide gli specialisti in due fronti opposti: si tratta senz’altro di un oggetto impressionante, fra i più studiati al mondo. Gli “scettici” sostengono che risale tutt’al più al 1200; i “convinti” individuano una serie di elementi che riportano molto più indietro nel tempo, fino all’epoca di Gesù. Sembra in ogni caso assodato che il lenzuolo sia di produzione mediorientale. Però non è affatto chiaro in quale modo si sia impressa nel tessuto l’immagine dell’uomo, che si vede molto meglio nelle riproduzioni in negativo. Le analisi chimiche hanno comunque rilevato la presenza di sangue umano. Tu che ne pensi?

La prima notizia documentata della Sindone risale al ’300, quando un cavaliere di nome Goffredo ne viene in possesso. A metà del ’400 la Sindone fu acquistata dai duchi di Savoia che la conservavano nella loro capitale Chambéry, dove fecero costruire una cappella apposita. Trent’anni dopo un incendio danneggia il telo, parzialmente bruciato dall’argento fuso del reliquiario. Quando la capitale del ducato dei Savoia fu spostata a Torino, Emanuele Filiberto vi fece portare anche la Sindone. La cappella verrà realizzata circa cent’anni dopo.

 

CURIOSITÀ: Lo sapevi che il mistero della Sindone si estende anche al suo proprietario? Infatti non si sa chi sia: secondo alcuni appartiene allo Stato Italiano, che l’avrebbe acquisita nel ’48 insieme ai beni dei Savoia quando entrò in vigore la costituzione repubblicana. Secondo altri, siccome lo Stato non ne ha mai rivendicato la proprietà, appartiene alla Santa Sede.

TravelMate! La Travel App che ti racconta le meraviglie del mondo!
Condividi su