Ti trovi adesso al secondo piano delle Procuratie Nuove, nella sezione più famosa e visitata del Museo Correr. Ti aspetta un’emozionante viaggio nella pittura veneta ma anche italiana, lungo più di venti sale, in cui vedrai soprattutto opere di piccole dimensioni, che permettono una visione più raccolta e intima rispetto alle tele gigantesche e alle pale d’altare esposte nelle Gallerie dell’Accademia.
Le prime sei sale sono dedicate alle origini della pittura veneziana, che all’inizio mostra l’influsso dell’arte bizantina, visibile anche nei mosaici di San Marco. Dipinti su tavola, affreschi staccati e sculture trecentesche ti mostrano il progressivo passaggio verso una pittura sempre più decorata, legata al gusto tardogotico.
Adesso metti in pausa e vai al Cristo sorretto dagli angeli di Antonello da Messina.
Ti trovi adesso nel cuore della pinacoteca, le sale centrali, tra la 7 e la 13, dove si trovano i capolavori più noti, quasi tutti del ’400, che permettono un confronto diretto tra i dipinti veneziani e quelli di altre scuole italiane e straniere. Sei davanti a un’opera di grandissimo fascino, anche se ci è giunta in condizioni precarie di conservazione, il Cristo sorretto dagli angeli di Antonello da Messina. Fu da lui che i pittori lagunari appresero l’uso della tecnica della pittura a olio, che come vedi consente luci e sfumature più morbide. In questa sezione centrale del museo ti consiglio di soffermarti soprattutto sulle opere giovanili di Giovanni Bellini, che diventerà il pittore ufficiale della Repubblica e si affermerà come il massimo artista veneziano della seconda metà del Quattrocento. Si tratta di quattro dipinti che ti permettono di seguire la sua evoluzione, dalla collaborazione nella bottega del padre Jacopo all’incontro con il cognato Andrea Mantegna, pittore di grande energia.
CURIOSITÀ: Non perderti Due dame veneziane di Carpaccio, uno dei dipinti più famosi del museo, che raffigura due annoiate donne bionde sedute in una balconata, fra molti animali e gustosi dettagli di abbigliamento come le pantofole dalla zeppa altissima. Il quadro ebbe a lungo il titolo “Le cortigiane”, nato da un malinteso: non si tratta di prostitute ma appunto di due dame in attesa che i mariti ritornino dalla caccia. La parte superiore del dipinto, quella che presenta i cacciatori, si trova al Getty Museum di Los Angeles.