Le scene dipinte da Carpaccio rivestono completamente tre pareti della sala: preparati a immergerti in un incanto.
Ti consiglio di iniziare a sinistra, con la scena-guida dell’intero ciclo: San Giorgio che infilza il drago. L’impresa leggendaria si svolge in un paesaggio poetico e insieme desolato: in primo piano vedi i macabri resti dei giovani dati in pasto al mostruoso drago dalla coda ritorta. A destra, dietro l’eroico cavaliere, scorgi la principessa che stava per essere divorata: il santo le ha appena salvato la vita.
Dopo questa scena all’aperto, ne seguono due in cui Carpaccio ti mostra la sua bravura nell’inventare città immaginarie. In una vedi san Giorgio che porta il drago sconfitto nella città di Selene, fra la folla in festa e gli squilli di fanfare; sulla parete di fondo, a sinistra dell’altare, vedi il santo che battezza il re Aio e la regina della Libia.
A destra dell’altare hai una curiosa scena “horror” dedicata a san Trifone, che ancora bambino fa uscire una creatura ripugnante dal corpo della figlia di un imperatore. Il mostriciattolo sembra davvero un antenato dei cartoni animati!
Completano la parete due scene più piccole ispirate al Vangelo (Vocazione di Matteo e Orazione nell’orto), forse le prime che Carpaccio fece per gli Schiavoni.
Passa ora alla parete destra, dedicata a san Gerolamo. Carpaccio, che quando vuole sa anche farti ridere, raffigura lo scompiglio gettato nel convento dall’arrivo di san Gerolamo accompagnato dal leone che ha ammansito togliendogli una spina dalla zampa. La scena seguente, più tranquilla, raffigura le commosse esequie del santo.
L’ultima scena, la Visione di sant’Agostino, è la più celebre e affascinante. Rappresenta san Gerolamo, sotto forma di raggio, che appare a sant’Agostino mentre è seduto allo scrittoio del suo studio. Colpito dalla luce soprannaturale il santo alza gli occhi, la mano con la penna resta sospesa a mezz’aria, e un senso di luminoso mistero si diffonde nel dipinto, in cui Carpaccio ti descrive con pazienza e delicatezza ogni dettaglio, che scopri a poco a poco.
CURIOSITÀ: Finita la visita, dai un’occhiata alla sacrestia e al salone superiore, luogo di incontro dei confratelli: infatti la Scuola degli Schiavoni, a più di cinquecento anni dalla fondazione, è tuttora in funzione e svolge attività sociali e assistenziali.