SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO

Salone Terreno

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Durata file audio: 2:26
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Sei ritornato al pian terreno, proprio sotto il salone superiore, in una sala sorretta da colonne snelle, bella ma poco luminosa.

Qui, a quasi vent’anni dalla sua prima volta, Tintoretto torna a lavorare nella Scuola di San Rocco per dipingere otto grandi tele. Il maestro è ormai avviato verso i settant’anni: la tempesta di luci, azione e prospettive che animava le scene del Salone Maggiore si è placata: il suo atteggiamento è più contemplativo, la sua spiritualità più tranquilla e poetica, che si rispecchia in un sentimento nuovo verso il paesaggio.

Te ne accorgi soprattutto ammirando l’opera la Fuga in Egitto. Qui la sensibilità di Tintoretto verso un tipo di devozione semplice e popolare raggiunge accenti di grande poesia. Gli elementi naturali, alberi, acqua, animali, nuvole, accarezzati da una luce radente e vibrante, sembrano assumere un’intensità interiore, quasi un’anima propria.

Questa novità nel rapporto fra personaggi e natura la puoi apprezzare anche in due tele strette e allungate che mostrano la Maddalena e Maria Egiziaca, due giovani sante immerse nel paesaggio. Nei due grandiosi scenari naturali raffigurati nell’ora del tramonto le sante sono sole, pensierose. Una luce di poesia anima le foglie mosse dal vento, i riflessi delle acque, gli orizzonti che sfumano: è la stessa luce misteriosa che protegge la loro affascinante serenità.

Passa ora all’Annunciazione. Questa è impostata da un punto di vista nuovissimo: dall’alto verso il basso. L’angelo fa irruzione nella semplice casa di Maria, fra muri di mattoni scrostati e sedie di paglia sfondate. La Natività è ambientata in una capanna a due livelli, con i pastori in basso e al piano superiore la Madonna con il Bambino appena nato, in una specie di fienile, sotto un intricato soffitto a travi.

 

CURIOSITÀ: Tintoretto dichiarava di provare un “amor grande” nei confronti della scuola di San Rocco, e per questo accettò compensi ridotti per non gravare sulle casse della “veneranda” Scuola. D’altra parte, al pittore fu lasciata una totale libertà creativa, che gli ha permesso di interpretare in modo nuovo e originalissimo alcuni tipici temi dell’arte sacra.

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