Porta Borsari, che incontrerai alla fine del corso Cavour, prende il nome dai “borsari”, i funzionari che avevano il compito di riscuotere il dazio sulle merci portate in città. Stretta tra le case, è un perfetto esempio di come i resti romani si integrino nel tessuto urbano del centro di Verona. La porta risale al primo secolo dopo Cristo, e costituiva il monumentale ingresso della città in corrispondenza del decumano massimo, la principale via romana. La facciata esterna è praticamente intatta: sopra le due arcate d’accesso le finestre e le architravi formano quasi una scenografia teatrale.
Curiosità: Alcuni aspetti decorativi della porta Borsari, come i timpani triangolari e le colonnine a torciglione, sono stati ripresi 1500 anni dopo dall’architetto Michele Sammicheli, che li ha utilizzati sulla facciata dell’adiacente, splendido Palazzo Bevilacqua, realizzato nel 1530.