NATIONAL GALLERY LONDRA

Caravaggio Cena In-Hemmaus

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Durata file audio: 2:25
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Fra i capolavori seicenteschi della National Gallery non puoi mancare una visita alla Cena in Emmaus, opera di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.

Questa tela dipinta ai primi del ’600 rappresenta un momento di passaggio tra le opere giovanili, che ritraggono spesso fanciulli che suonano o giocano a carte o impersonano Eros o Bacco, e quelle delle maturità, caratterizzate da uno stile più aspro e oscuro.

Il quadro raffigura un episodio raccontato nel Vangelo di Luca, in cui Gesù dopo la Resurrezione si palesa a due discepoli. Mentre Clèofa e un amico sono diretti ad Emmaus, un piccolo villaggio a pochi chilometri da Gerusalemme, si unisce a loro un pellegrino sconosciuto. Poco dopo, durante la cena in una taverna, il viandante spezza il pane pronunciando la preghiera di benedizione proprio come aveva fatto Cristo durante l’Ultima Cena. Grazie a questo gesto i due lo riconoscono come il Salvatore.

Come puoi vedere, Caravaggio sceglie di rappresentare proprio il momento della benedizione, cogliendo la reazione stupefatta dei presenti. I due commensali non credono ai loro occhi: quello a destra allarga le braccia quasi a simulare nel gesto la crocifissione, mentre il personaggio di sinistra, colto di spalle, stringe i braccioli della sedia fra le mani, come fosse sul punto di alzarsi per la sorpresa. Il gomito di Clèofa e il braccio dell’amico (che porta sul petto la conchiglia di San Giacomo, simbolo dei pellegrini diretti a Compostela) sembrano bucare la superficie della tela, quasi coinvolgendoti nel miracolo. L’unico che non si è accorto dell’accaduto è l’oste, che resta in piedi a fissare Gesù, raffigurato da Caravaggio senza barba.

Nella luce proveniente da sinistra puoi cogliere con abbagliante lucidità tanto il personaggio quanto la splendida natura morta sul tavolo. Tutto sembra talmente realistico che quasi non ti accorgi del miracolo: infatti, l’ombra proiettata dal volto dell’oste dovrebbe colpire il viso di Cristo, che invece è completamente illuminato.

 

CURIOSITÀ: Fra carne, caraffe e tozzi di pane spicca un cestino di frutta, memore della più famosa natura morta conservata alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Anche in questo caso il contenitore sporge dal tavolo in un equilibrio precario, come se un tuo tocco potesse farlo ribaltare.

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