Durata file audio: 2.28
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano

Ti parlerò adesso di Ofelia di John Everett Millais, una delle opere più importanti che puoi ammirare nella sezione dei Preraffaelliti. Raffigura un personaggio di Shakespeare, l’infelice fanciulla che si uccide per amore di Amleto. Come puoi vedere, Millais trasforma il dramma del suicidio quasi in una visione da sogno, in cui Ofelia si lascia dolcemente scivolare nelle acque di uno stagno, immerso nella natura, che fa da cornice alla sua languida fine.

Nella tragedia Amleto, il malinconico e tenero personaggio di Ofelia non occupa un posto di primo piano: eppure la sua figura si è imposta come una delle più amate dagli artisti, soprattutto per questa morte silenziosa e struggente. Millais ti presenta la giovane annegata quasi come se fosse una pianta acquatica misteriosa e sensuale, che galleggia fra canne e ninfee sulla superficie limpida di un laghetto. Nel racconto di Shakespeare Ofelia s’immerge “come una sirena” ed è trascinata sott’acqua dai vestiti inzuppati: in mano stringe ancora i fiori con cui intrecciava ghirlande, e dalla bocca socchiusa sembra di sentirla intonare un’ultima struggente canzone d’amore.

Per studiare e riprodurre la cornice vegetale, il pittore si era stabilito in giugno nella campagna del Surrey. Dipingendo all’aria aperta, in attesa della perfetta fioritura di ogni singola specie, dovette combattere per tutta l’estate con sciami di insetti, oltre che con le condizioni climatiche. Ma oltre allo sforzo quasi scientifico di adesione al contesto naturale, il quadro è carico di allusioni simboliche. Il salice, l'ortica e le margherite, sono da Shakespeare direttamente citati e associati all'innocenza; le altre piante sono invece aggiunte del pittore. Il papavero allude al sonno eterno della morte; la rosa, benché simbolo d’amore e di bellezza, ha qui una connotazione funeraria, legata alle cerimonie del culto dei morti. Il nontiscordardimè è ovviamente il fiore del ricordo.

 

CURIOSITÀ: La modella del ritratto fu Elizabeth Siddal, detta Lizzie, che in seguito avrebbe sposato Dante Gabriele Rossetti e conosciuto anche lei un’infelice morte prematura. Per ritrarla dal vero, Millais usò una vasca piena d’acqua riscaldata da candele e ve la fece immergere. Quando un colpo di vento spense le candele, l’artista, intento al lavoro, non ci fece caso, ed Elizabeth non osò protestare. Risultato: la poveretta si ammalò gravemente.

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