La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo è il più antico punto di riferimento di San Pietroburgo. Venne costruita tra il 1712 e il 1733 dall’architetto svizzero Domenico Trezzini in uno stile barocco che richiama le chiese del nord Europa.
La caratteristica più suggestiva è la poderosa guglia dorata, sormontata da un angelo che regge una croce, che raggiunge un'altezza di ben 123 metri ed è uno dei simboli più importanti della città. Devi sapere che la torre della Cattedrale, in cui è stato installato un carillon fiammingo che suona diverse volte al giorno, è la costruzione più alta del centro storico dove, per legge, non può essere costruito niente di più alto.
Pensa che nel 1756 la guglia fu colpita da un fulmine che ridusse in cenere gran parte della cattedrale.
Ora metti in pausa, entra nella chiesa e riavvia quando raggiungi l’altare principale.
Stai per ammirare una curiosità architettonica unica al mondo: la straordinaria parete lignea dorata che precede l’altare, chiamata iconostasi. Solitamente è piatta, ma qui prende la forma di un arco trionfale composto da elaborate sculture e arricchito da uno splendido portale detto “dello zar”.
Oltre questo portale vedi un baldacchino meraviglioso che si ispira a quello presente nella Basilica di San Pietro a Roma, realizzato dall’architetto Bernini. Vicino ci sono anche il baldacchino dello zar e un pulpito con le statue dei Santi Pietro e Paolo e dei quattro evangelisti.
Mentre visiti l’interno puoi trovare le 32 tombe in cui riposano quasi tutti gli imperatori e le imperatrici russi da Pietro il Grande a Nicola II, che fu finalmente sepolto qui nel luglio 1998 con la famiglia.
Curiosità: Durante il restauro della guglia del 1997 fu trovato un biglietto in una delle pieghe della veste dell’angelo. Venne scritto dai restauratori del 1953 per scusarsi del loro lavoro scadente, dovuto al fatto che Nikita Chruščëv voleva che l'angelo fosse pronto per il 250° anniversario della fondazione della città. Si dice che anche gli operai del 1997 abbiano lasciato un messaggio per le generazioni future, ma non si sa cosa ci sia scritto.