Durata file audio: 2.25
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano

L’intero complesso architettonico formato dai due palazzi e dal Pont Alexandre III era stato affidato al medesimo architetto, che però si rese conto di non poter gestire i cantieri in tempo per l’esposizione e delegò parte del lavoro ad altri studi, mantenendo però la paternità sul Petit Palais. Come dice il suo stesso nome, questo edificio ha proporzioni minori rispetto all’antistante Grand Palais, e una strana pianta a forma di trapezio, con gli angoli smussati. Anche se il tono generale dell’architettura ti potrà ricordare un sontuoso neoclassicismo, la decorazione e la cura dei dettagli lo rendono abbastanza piacevole ed aggraziato.

Sul bassorilievo sopra l’ingresso puoi vedere una figura femminile che simboleggia la città di Parigi circondata dalle nove Muse, protettrici delle arti che a Parigi sono onorate e celebrate. Il Petit Palais è in effetti il luogo in cui si celebra il rapporto tra la città e il mondo dell’arte: è sede del Musée des Beaux Arts de la Ville de Paris, in cui potrai ammirare opere d’arte delle epoche più diverse, dall’antichità all’impressionismo, con arredi, porcellane, dipinti del Rinascimento italiano e del ‘600 olandese, il tutto donato da privati o acquistato direttamente dalla municipalità parigina.

Aperto al pubblico subito dopo l’Expo e continuamente arricchito durante tutto il ‘900, il museo non può competere con gli immensi musei nazionali (come il Louvre, il Beaubourg e il Musée d’Orsay), ma d’altra parte lo troverai molto più grande e complesso dei singoli musei privati di Parigi, grazie a un patrimonio complessivo di oltre 20.000 oggetti!

Naturalmente puoi vedere solo una piccola parte dell’eterogeneo patrimonio del museo, troppo vasto per essere esposto in permanenza e affidato perlopiù a singole mostre a rotazione. Puoi comunque ammirare in ogni stagione dell’anno le sue opere più importanti, fra cui i dipinti di Gauguin, Manet e Cézanne.

 

CURIOSITÀ: Il museo possiede gli affascinanti autoritratti di due grandi maestri, lontani nel tempo ma con alcune curiose caratteristiche in comune: sono Rembrandt e Gustave Courbet. Entrambi si ritraggono intorno ai trent’anni ed insieme a un cane. Courbet è all’aperto, in atteggiamento rilassato, con un cane da caccia nero; Rembrandt in un interno, con curiosi abiti di stile orientale, e un grosso cane barbone in primo piano.

 

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