MUSEO ACROPOLI

Primo Piano Atena Nike E Cariatidi

Vedi tutti i contenuti di Atene
Durata file audio: 2:46
Italiano Lingua: Italiano
Acquista

Le statue alate che facevano da balaustra al piccolo tempio di Atena Nike, ovvero Atena della vittoria, che trovi qui nel museo, sono state eseguite verso il 410 avanti Cristo. Il parapetto, che isolava il tempio dal dirupo dell’Acropoli, era lungo 41 metri e composto da numerose lastre, ognuna delle quali ritraeva una versione di Atena alata.

Le lastre non raccontavano una storia, ma descrivevano ognuna una scena indipendente. La Dea alata è ritratta mentre accompagna tori al sacrificio o mostra armi e trofei strappati ai nemici persiani seduta attorno a loro. Tra tutte queste scene la più singolare è quella in cui la Dea compie un’azione quotidiana: si allaccia un sandalo.

Noterai anche dei frammenti del fregio del piccolo tempio, che correva lungo tutti e quattro i lati. Consisteva in 14 sezioni ed era lungo quasi 26 metri. Molte parti sono andate perdute e quattro blocchi si trovano nel British Museum. Il fregio orientale rappresenta gli dei dell'Olimpo e gli altri tre lati scene di battaglie storiche, come quella di Maratona del 490 a.C.

 

Ora metti in pausa e raggiungi le Cariatidi.

 

Per Cariatidi si intendono le sei statue femminili che reggevano il tetto del tempio chiamato Eretteo, dedicato sempre ad Atena. Costituivano le colonne di uno dei suoi portici. Qui ne vedi solo cinque perché una è ancora al British Museum. Furono realizzate dopo il 420 avanti Cristo, forse dal celebre scultore Alkamenes, discepolo di Fidia. Portano una veste abbondante, dove le pieghe ricordano le scanalature delle colonne, e i cestini che hanno in testa i capitelli. Sotto di esse c'era la tomba di Kekrops, un leggendario re di Atene. Per quanto riguarda il loro nome, questo fu assegnato alle colonne in un secondo momento, in origine, come riporta un’iscrizione del tempio, si chiamavano “Korai” ovvero fanciulle. Esistono diverse spiegazioni al nome Cariatidi. Una sostiene che si riferisca alle abitanti di Karya, un’antica città greca, che i Greci avrebbero rese schiave perché avevano aiutato i nemici Persiani, un’altra che fossero state scelte perché abili danzatrici e cantanti.

 

Curiosità: Non hanno qualcosa di familiare le statue delle figure alate che hai visto poco fa? Forse non lo sapevi, ma sono servite da modello agli artisti cristiani per raffigurare gli angeli!

TravelMate! La Travel App che ti racconta le meraviglie del mondo!
Condividi su