Dei quattro grandi nuclei che formano il Castello del Buonconsiglio, ovvero il Castelvecchio, la Torre dell’Aquila, la seicentesca Giunta Albertina e il Magno Palazzo, il più maestoso è senz’altro quest’ultimo. Eretto in breve tempo a partire dal 1528, il Magno Palazzo è legato al nome di Bernardo Clesio e al progetto di rimodernamento urbano da lui voluto negli anni in cui governò il principato.
A Clesio, Trento deve l’introduzione in città del nuovo linguaggio artistico rinascimentale, che proprio qui, nelle stanze del Magno Palazzo, ha lasciato tracce di straordinaria bellezza. D’altronde Clesio era ben consapevole del valore, non solo culturale ma persino politico, che questi ambienti avevano in quanto residenza principesca. Ecco perché volle coinvolgere artisti di primo livello, in grado di trasformare una vecchia struttura difensiva in una fastosa dimora aristocratica.
Per attuare questo cambiamento il vescovo capì che doveva agire diversamente rispetto ai suoi predecessori, i quali si erano limitati ad allargare e ad ammodernare Castelvecchio, dando avvio alla costruzione di un nuovo edificio, attiguo al nucleo originario di epoca medievale.
A chiunque accedesse alle stanze di rappresentanza del Magno Palazzo, appariva subito evidente il ruolo fondamentale giocato da decorazioni e cicli di affreschi, nel progetto di rinnovamento culturale sponsorizzato da Clesio, a cominciare dalla sala che segnava l’ingresso ufficiale al palazzo, situata davanti alla cappella.
Sul soffitto, lo stemma cardinalizio di Clesio mette al centro la sua figura, mentre nelle lunette le divinità greche, affrescate da Dosso Dossi e dal fratello Battista, ci danno il benvenuto in quello che potremmo considerare un nuovo Monte Olimpo.
Ora metti in pausa e riavvia quando sarai nella sala nota come Stua della Famea.
Il nome della sala, Stua della Famea, fa riferimento alla “famiglia” del principe-vescovo, ovvero alla sua corte.
Come il resto degli ambienti del Magno Palazzo, anche questa stanza è affrescata con temi e motivi dell’antichità. In questo caso puoi notare un riferimento alle famose favole di Fedro ed Esopo, raffigurate negli splendidi dipinti delle lunette.
Curiosità: Devi sapere che, proprio tra le mura di questo castello durante la Prima Guerra Mondiale venne processato e condannato a morte dagli Austriaci il noto patriota italiano Cesare Battisti.