Il nome ufficiale di questo tempio è Cattedrale della Resurrezione di Cristo, ma è più conosciuta come Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato poiché fu costruita nel punto in cui, il 13 marzo del 1881, fu assassinato lo zar Alessandro II. Fu proprio in suo onore che il suo successore, il figlio Alessandro III, volle edificare questa magnifica chiesa, in stile russo ortodosso. Al suo interno puoi ancor oggi trovare un baldacchino che indica il punto in cui esplose l’ordigno che ferì a morte l’imperatore. Pensa, era ben l’ottavo attentato che subiva!
La costruzione della chiesa iniziò nel 1883, ma si prolungò per ben 24 anni, soprattutto per poter realizzare la straordinaria decorazione interna, costituita da quasi 7.000 metri quadri di mosaici realizzati da 32 tra i migliori artisti dell’epoca.
La chiesa è stata progettata ispirandosi alla magnifica Basilica di San Basilio di Mosca e l'edificio, che nel punto più alto sfiora gli 81 metri di altezza, è reso ancor più straordinario da 5 cupole placcate in rame meravigliosamente decorate con smalti di diversi colori. Sulla facciata puoi notare 20 lastre in granito su cui, in lettere dorate, sono riportati i principali eventi avvenuti sotto il regno dello zar qui assassinato. Ci sono anche splendidi mosaici e ben 144 stemmi, anch’essi realizzati a mosaico, che rappresentano territori facenti parti dell’impero sotto Alessandro II.
Dopo la rivoluzione russa del 1917, gran parte di questa straordinaria chiesa fu saccheggiata e l'interno fu gravemente danneggiato. Danni ancor più gravi si verificarono durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, ma fortunatamente l’edificio scampò sia ai bombardamenti che ai propositi di abbattimento. Incredibilmente circa vent’anni dopo la fine della guerra, fu scoperta su una cupola una bomba inesplosa e finalmente fu deciso di iniziare un lungo restauro durato addirittura 27 anni.
Ti saluto con una curiosità: L’attentato ad Alessandro II fu compiuto da due terroristi di un gruppo anarchico populista. Il primo lanciò una bomba che costrinse lo Zar a scendere dalla carrozza e il secondo lo uccise facendo esplodere un altro ordigno.