JUDISCHES MUSEUM

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Durata file audio: 2:38
Italiano Lingua: Italiano
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Il Jüdisches Museum si sviluppa secondo due percorsi. Da un lato trovi la collezione museale vera e propria; dall’altro puoi percorrere i tre assi che compongono il palazzo.

 

I tre corridoi sotterranei ripercorrono temi importanti nella storia ebraica. Percorrerli ti conduce in un viaggio non solo culturale, ma anche intimo, costringendoti a mettere in gioco la tua emotività attraverso il crescente senso di inquietudine creato dai volumi e dalle geometrie delle pareti.

 

Il corridoio intitolato all’Esilio sbocca in un giardino caratterizzato da 49 colonne in cemento da cui spuntano olivi selvatici, simbolo di speranza.

Il corridoio dell’Olocausto ti accompagna entro una sorta di torre alta 20 metri. Uno spazio chiuso, freddo e buio, con le pareti lisce che non danno la possibilità di arrivare alla luce in alto, che vuole esprimere e suggerirti la disperazione delle vittime della Shoah.

Il corridoio della Continuità funge da punto di unione tra passato e presente e ti porta, attraverso una ripida scalinata, al museo vero e proprio.

La mostra procede secondo uno sviluppo cronologico, che parte ancora prima dell’anno mille. Illustra la storia degli ebrei in terra tedesca fino a oggi. Attraverso questo percorso puoi conoscere la vita e la cultura ebraiche grazie a video, fotografie, lettere, opere d’arte e oggetti d’uso quotidiano.

 

Ti consiglio di non perdere le installazioni che si trovano nei sotterranei e al piano terra dell’edificio centrale. In particolare la Gallery of the Missing, dove l’artista Via Lewandowsky ha inserito oggetti persi o distrutti della cultura ebraica tedesca dentro sculture di vetro nero.

L’artista Arnold Dreyblatt, invece, ha raccolto nella sua opera Unsaid, “non detto”, una serie di lettere, notizie e diari scritti prima della deportazione nei campi di concentramento.

 

Curiosità. L’installazione in assoluto più evocativa si intitola Shalekhet – Fallen Leaves (“foglie cadute”). È stata realizzata dall’artista israeliano Menashe Kadishman e consiste in un tappeto di oltre diecimila dischetti metallici che raffigurano volti urlanti. Tu sei libero di calpestare questi volti senza nome. Ma attenzione! Ogni tuo passo farà vibrare le “foglie”, provocando rumori simili a urla strazianti.

 

 

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