Nell’affresco “Presepe di Greccio” Giotto ti permette di vedere l’arredamento di una chiesa medievale e ti porta aldilà del recinto che separava la parte della chiesa aperta a tutti, da quella riservata al clero. Così vediamo in alto a sinistra il pulpito da cui si predicava ed il retro di un grande crocifisso appeso verso la navata coi listelli di legno per irrobustirlo. Più sotto si vede un ampio leggio, dove puoi notare come Giotto abbia cercato di rendere la profondità dello spazio e il volume dell’oggetto raffigurandolo in “prospettiva”. Vi è appoggiato un grande corale, il libro con la musica che i religiosi cantano tutti assieme, come stanno facendo in questo momento quattro frati con le bocche spalancate. In primo piano vedi Francesco che inaugura il primo Presepe, alla presenza dei notabili e del clero. Vedi quindi una delle novità di Giotto: la costruzione dello spazio, dei volumi, delle figure, che sembrano vere e naturali, come prima nessuno era riuscito a fare.
Le storie proseguono sulla facciata interna della chiesa col “Miracolo della fonte”. Nota come Giotto costruisce il dipinto: a sinistra, le linee verticali della montagna in penombra, mentre a destra, dove accade il miracolo, l’occhio sembra seguire verso l’alto le figure, dall’uomo disteso, al san Francesco, al culmine luminoso sulla cima della montagna. Non perdere di vista il gruppo dell’asino coi due frati: un brano di pittura così vera da relegare nel passato l’arte di Cimabue.
Segui ora “La predica agli uccelli”: purtroppo, nonostante Giotto conoscesse bene la tecnica dell’affresco, spesso rifiniva le opere quando l’intonaco era asciutto e il colore in molte zone è caduto. Ma il vero protagonista dell’opera è ancora visibile: è il nuovo sentimento della natura, dell’aria, del paesaggio e degli animali, che Francesco era stato tra i primi a cantare.
CURIOSITÀ: Giotto era un artigiano benestante e, come ogni borghese del tempo, era ben consapevole del valore del denaro. Curava attentamente i suoi interessi e investiva il guadagno in immobili e terreni. Ma non si accontentava di questo: infatti noleggiava telai a tessitori poveri che non potevano permettersi l’acquisto di uno strumento così costoso. E pare che esercitasse persino…. il prestito a usura.