La seconda corte, ricavata colmando un antico fossato, è la più severa e compatta del Castello. Il suo aspetto risale alla metà del Settecento, ed è in gran parte utilizzata come residenza del Presidente della Repubblica Ceca.
Al centro della piazzetta si trova un pozzo che alimenta una fontana barocca. Sul lato settentrionale si apre il passaggio verso il ponte delle Polveri, gettato sopra il fossato per raggiungere il seicentesco Maneggio utilizzato oggi per mostre temporanee.
Sul lato meridionale del cortile sporge la settecentesca Cappella della Santa Croce, opera di architetti italiani. All’interno è esposto il Tesoro di San Vito, ricca selezione di preziosi oggetti sacri, fra cui reliquiari, croci, vasellame liturgico e sontuosi paramenti ricamati.
Nell’ala che ospitava le scuderie, trasformata dall’architetto sloveno Joze Plecnik nel 1929, si trova la Pinacoteca (Obrazarna), erede delle raccolte d’arte di Rodolfo II. L’imperatore aveva al suo servizio circa quaranta pittori italiani, tedeschi e fiamminghi, e una rete internazionale di antiquari che cercavano per lui soprattutto dipinti sensuali, i suoi prediletti. La collezione giunse a circa 4000 dipinti, ma dopo il saccheggio di Praga durante la Guerra dei Trent’anni la raccolta è andata in buona parte dispersa.
La Pinacoteca è stata ricostituita grazie al riacquisto di molte opere originarie e di dipinti legati al gusto imperiale.
Fra le numerose tele esposte spiccano una sezione di pittura tedesca e capolavori dei maestri del Cinquecento veneziano, come Tiziano, Veronese e Tintoretto.
Uno spazio importante è dedicato al Seicento con tele di Rubens e Guido Reni.
Dal delizioso giardinetto sulla “rocca”, angolo di verde sistemato con grazia da Joze Plecnik si può osservare l’esterno della Galleria Rudolfina e della Sala Spagnola, due ambienti realizzati a cavallo tra il ‘500 e ‘600.
Curiosità: Il Tesoro di San Vito, esposto al pubblico nella cappella della Croce, non va confuso con il ben più prezioso Tesoro Reale, che si trova in una cappella della cattedrale. Le corone, gli scettri e le insegne dei re di Boemia sono rigorosamente custoditi sotto chiave, per la precisione, sette diverse chiavi, e non sono visibili se non in particolari occasioni e solo parzialmente.