SAN MARCO FIRENZE, Museo - Celle
Vedi tutti i contenuti di FirenzeVicino al Refettorio piccolo, una bella scala quattrocentesca ti porta al piano superiore del convento, dove, con una soluzione insolita e felice, Michelozzo ha disposto le celle dei frati, numerate da uno a trentanove, collegate da lunghi corridoi che si snodano lungo tre lati del chiostro. Cominci così un itinerario d’incanto, per la presenza di affreschi del Beato Angelico in ciascuna delle celle e lungo i corridoi. Una sequenza di scene di purissima bellezza, eseguite poco prima della metà del ’400, in parte autografe e in parte eseguite da allievi su disegni del maestro.
In cima alla scala ti attende subito un capolavoro: la grande Annunciazione, ambientata in un portico rinascimentale, con caratteristiche architettoniche simili a quelle del convento stesso. Comprenderai subito che il fascino degli affreschi consiste anche nella perfetta coerenza con l’edificio in cui si trovano, oltre che nel modo in cui sono stati illuminati e collocati lungo il percorso. Ne avrai una conferma nella meravigliosa Madonna delle ombre, dipinta in un corridoio: i capitelli sullo sfondo della scena proiettano ombre che corrispondono a come la luce entra dalle finestre.
A sinistra dell’Annunciazione si apre il primo corridoio. Le nove celle sulla sinistra ospitano una straordinaria serie di scene ispirate al Vangelo, tutte di mano di Beato Angelico. Te le raccomando caldamente, sono una più bella dell’altra!.
Per l’esecuzione degli affreschi nel secondo corridoio il maestro si è avvalso della collaborazione di alcuni allievi. Nelle celle riservate ai novizi, affacciate sul chiostro, ricorre il tema di San Domenico ai piedi della croce di Cristo.
In fondo al secondo corridoio trovi l’appartamento del priore, ovvero della guida della comunità religiosa, dove puoi vedere il celebre ritratto, la sedia pieghevole e vari altri ricordi del celebre Girolamo Savonarola, l’austero predicatore che guidò prima il convento e poi la città e infine morì sul rogo nel 1498.
Ma non è finita! L’ultimo incanto si apre nel terzo corridoio: è l’intatta biblioteca progettata da Michelozzo, una sala luminosa divisa da colonne. Nei banchi sono esposti alcuni codici miniati quattrocenteschi tra cui alcune meravigliose opere giovanili del Beato Angelico.
CURIOSITÀ: Nel 1984 l’Angelico è stato davvero proclamato “beato” dalla chiesa cattolica per volere di papa Giovanni Paolo II, che ne ha fatto il patrono dei pittori.