Durata file audio: 2.12
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano

La Galleria Umberto I è uno dei luoghi più eleganti di Napoli.

Pensa che una volta il quartiere di Santa Brigida, in cui ti trovi adesso, era tristemente noto per il suo degrado architettonico e sociale, aggravato dalle frequenti epidemie di colera. Ma verso la fine dell’800 tutto cambiò quando fu emanata la “Legge per il risanamento della città di Napoli”, grazie alla quale fu demolita gran parte degli edifici preesistenti e finalmente questa zona poté cominciare ad arricchirsi di palazzi e monumenti, diventando così non solo il fulcro politico-culturale della città, ma anche quello mondano e commerciale. E questo proprio per merito della galleria, che fu fabbricata in soli tre anni, dal 1887 al 1890.

Prima di addentrarti in questa affascinante struttura in ferro e vetro, soffermati sugli elementi decorativi dell’ingresso principale, con la sua ampia facciata a semicerchio.  

Rimani quindi sul marciapiede del dirimpettaio Teatro San Carlo, di cui ti parlerò in un file a parte, e goditi la visuale su questo bel porticato a doppio arco sorretto da colonne di travertino. Sulle colonne dell’arco di sinistra puoi ammirare le statue che rappresentano l’Europa, l’Asia, l’Africa e l’America, sovrastate, nelle rispettive nicchie, da quelle della Fisica e della Chimica, mentre in cima potrai vedere, sdraiate, le personificazioni del Telegrafo e del Vapore, e in cima quella dell’Abbondanza.

Invece, sull’arco di destra, che funge da accesso alla galleria, trovi le statue delle Quattro stagioni, sormontate dalla rappresentazione del Lavoro e dal Genio della Scienza, mentre in cima, sopra la scritta “GALLERIA UMBERTO I” puoi ammirare la Ricchezza, il Commercio e l’Industria. Un apparato decorativo decisamente orientato verso il progresso!

 

CURIOSITÀ: Durante il giorno la Galleria era molto frequentata da attori e professori d’orchestra in cerca di contratto. Sedevano in un caffè in ansiosa attesa di qualche impresario che li ingaggiasse. Ancora oggi ci si possono incontrare molti manager di cantanti neomelodici e degli artisti locali!

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