MASCHIO ANGIOINO

Storia

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Durata file audio: 2:33
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Il Maschio Angioino è uno dei luoghi più simbolici di Napoli!

Maschio Angioino, Forte sant’Elmo, Castel dell’Ovo, Castel Capuano… ci avevi mai pensato? nonostante la sua immagine festosa e allegra, Napoli è una delle città più fortificate d’Italia! Quattro grandiosi castelli in pieno centro della città, distribuiti uno a difesa delle mura, uno sulla collina e due a protezione del porto. Alle fortificazioni urbane si aggiunge il sistema difensivo perimetrico, sviluppato soprattutto in epoca aragonese, con le fortezze sulle isole dell’arcipelago e la nutrita serie di fortificazioni costiere a cominciare dall’imprendibile roccaforte di Gaeta.

Fatto costruire verso la fine del ‘200 dal re Carlo I d’Angiò, questo bellissimo castello che si protende verso il porto fu chiamato Castel Nuovo per distinguerlo dalle fortificazioni precedenti.

Oggi stenteresti a riconoscervi le tracce della sua prima architettura gotica, che era a forma di quadrilatero irregolare, con quattro torri di difesa e alte mura merlate con strettissime fessure; del periodo duecentesco resta solo la struttura di base, con un profondo fossato che la circonda interamente e un ampio portale d'ingresso con ponte levatoio.

Osserva il basamento scanalato delle torri cilindriche: un’ottima idea, che unisce il bell’effetto decorativo alla funzione pratica di deviare le palle di cannone!

Alla stessa epoca risale anche la Cappella Palatina, che fu poi più volte rimaneggiata a causa di incendi e crolli.

Nel 1442 Napoli fu conquistata da Alfonso I d’Aragona, che ne fece uno dei principali centri artistici e strategici del Mediterraneo. Instancabile promotore di imprese ambiziose, Alfonso fece trasformare il castello in una moderna dimora reale, fortezza sicura e allo stesso tempo palazzo sontuoso. A maestranze provenzali, francesi, lombarde e fiorentine si aggiunsero artisti catalano-aragonesi.

 

CURIOSITÀ: Sotto la Cappella Palatina ci sono dei sotterranei che servivano da prigione. Ma alcuni dei detenuti sparivano e non si capiva perché. Si scoprì in seguito che un coccodrillo entrava da un’apertura nel sotterraneo e trascinava fuori i malcapitati. Questo fatto semplificò di molto le condanne a morte, specie quando non si voleva che la cosa destasse troppo scalpore.

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