PALAZZO PITTI

Museo Arte Moderna

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Durata file audio: 2:29
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano
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Se vuoi fare il pieno di bellezza, ti consiglio di visitare anche la Galleria d’Arte Moderna, che occupa ben trenta sale dell’intero secondo piano del palazzo. Ti aspetta una delle raccolte più importanti e complete sulla pittura dell’800 italiano, soprattutto grazie alle opere dei “macchiaioli”, gli artisti toscani che formano una delle punte più innovative con cui la pittura italiana si affaccia alla modernità.

Anche in questo caso puoi apprezzare il rapporto felice tra “contenitore” e “contenuto”: gli ambienti sono stati arredati nella prima metà dell’800 con affreschi, stucchi e arredi dell’epoca e costituiscono quindi una cornice perfetta per le opere.

Anche qui, come nella Galleria Palatina sottostante, cerca di non farti prendere da un senso di vertigine davanti ai dipinti collocati su più file sovrapposte: ti consiglio inoltre di approfittare degli ottimi materiali didattici a disposizione in ciascuna sala.

Il tuo percorso cronologico incomincia coi movimenti del primo ‘800, dal neoclassicismo al purismo al romanticismo. Ma se vuoi arrivare subito al cuore del museo puoi andare direttamente alla sala 17, dove cominciano le opere dei “macchiaioli”. Il movimento nasce dopo la metà dell’800 a Firenze e si sviluppa poi a Livorno e in Maremma. Il suo animatore è il critico e gallerista Diego Martelli, che faceva la spola tra Firenze e la Parigi degli impressionisti: lo puoi vedere ritratto qui da Federigo Zandomeneghi. Fra i Macchiaioli più importanti ti raccomando il delicato Silvestro Lega, il vigoroso paesaggista Telemaco Signorini e soprattutto Giovanni Fattori, vera anima del gruppo. Fattori affronta inizialmente un tema d’attualità, cioè le guerre per l’indipendenza dell’Italia: ma i suoi quadri sono privi di retorica, e invece che scene di eroismo denuncia la brutalità della guerra: guarda per esempio Lo staffato, un capolavoro drammatico degno di Goya, in cui vedi un soldato disarcionato da un cavallo imbizzarrito che lo trascina lasciando sul terreno una macabra scia di sangue. Terminato il periodo del Risorgimento, Fattori ripiega su soggetti più intimi: paesaggi, ritratti e scene di vita quotidiana, come la piccola e bellissima tavola con la Rotonda dei bagni Palmieri.

 

CURIOSITÀ: I “macchiaioli” sostenevano che per rendere l’immagine dal vero bisognava utilizzare uno specchio annerito col fumo, in modo da esaltare i colori e i chiaroscuri del modello. Si chiamava “tecnica dello specchio nero”.

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