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Le Domus Romane

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Durata file audio: 2:52
Italiano Lingua: Italiano
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Prima di iniziare a visitare le splendide dimore rinvenute qui a Pompei, lascia che ti dia qualche indicazione generale su come erano organizzate le domus romane e su alcuni termini ricorrenti che incontrerai.

Innanzitutto, devi sapere che il terremoto del 62 dopo Cristo aveva causato grandi cambiamenti in città, infatti, molti ricchi romani avevano scelto di svendere le loro domus a ricchi liberti, ossia ex schiavi, che si erano enormemente arricchiti con il commercio, arrivando a potersi permettere il lusso di possedere sfarzose dimore, splendidamente decorate con affreschi.

Puoi scoprire molti dettagli sullo stile di queste opere ascoltando il file dedicato.

Spesso, le ville nascevano dall’unione, in un’unica proprietà, di più domus, comunicanti con le botteghe del proprietario o con locali usati come magazzini. Un esempio eclatante è quello della Casa del Giardino di Ercole, dove furono abbattute ben tre abitazioni per realizzare un grande giardino dove coltivare fiori per la creazione di profumi che il padrone di casa commerciava.

Adesso scopriamo come erano fatte le domus all’interno.

Varcato l’ingresso si accedeva all’atrio, un ampio spazio attorno al quale erano disposti diversi ambienti, incluse camere per gli ospiti. Tutte le camere da letto, dette cubicoli, erano molto piccole per poterle riscaldare. L’atrio, al centro aveva un’apertura nel tetto, il compluvio, che serviva a raccogliere l’acqua piovana nell’impluvio, una vasca rettangolare che si apriva nel pavimento. Da qui, l’acqua veniva convogliata in una cisterna o, se in eccesso, defluiva in strada.

I romani erano molto devoti agli dèi protettori della famiglia, i lari, per questo motivo sull’atrio si affacciava sempre un’edicola, ossia una nicchia adibita a piccolo tempio, dove venivano conservate delle statuette che rappresentavano le divinità protettrici della casa.

Dall’atrio gli ospiti potevano essere ammessi al tablino, l’ufficio del padrone di casa, oppure all’esedra, una sala dove si conversava, o al triclinio, l’elegante sala da pranzo dove si svolgevano i banchetti e dove i commensali mangiavano comodamente sdraiati sui triclini, letti su cui stavano fino a tre persone.

Dall’atrio, attraverso un corridoio, si accedeva al peristilio, un cortile con un bel giardino, circondato da porticati attorno ai quali si trovavano gli ambienti riservati ai membri della famiglia.

 

Curiosità: Le finestre erano poche, piccole e posizionate in alto per paura dei furti. Ai tempi, infatti, non c’erano le banche per depositare soldi e valori, che venivano custoditi in casa, in casseforti.

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